Magazines + Newspapers

Blondie Poster Magazine

1980

di RAY BONICI

Una vocalist sexy o ossigenata che dimostra molto meno dei suoi trentacinque anni che ha un aspetto non dissimile da quello delle leggendarie stars di Hollywood. La sua voce puo essere molto bella, ma a dire il vero e soprattutto la sua bellezza che causa l’isteria. Per milioni di persone Blondie e Debbie Harry e gli altri cinque componenti potrebbero anche andarsene a casa. Si sbagliano perche e tutta la band che produce gli hits, non dimenticando il produttore Mike Chapman. Sin dall’inizio la sua immagine inconfondibile e stata coscientemente usata come veicolo per la promozione della band, ed ora lei sta pagando il prezzo di essere il volto piu conosciuto della pop. Gia e divenuto praticamente impossibile parlarle e «Eat To The Beat» mostra segni di tensione, e inoltre Debbie viene accusata di rappresentare il sesso incontrollato, l’egoismo e di essere clinicamente fredda quando si tratta di far dischi.

Popster: Hai ricevuto molta pubblicita dalla stampa di tutto il mondo ma sei anche diventata una vittima della stessa stampa, che spesso ti accusa. Questo ti preoccupa o ti da fastidio?
Debbie Harry: Veramente non so. Cioe, non mi interessa apparire sulle fotografie o su cose del genere, ma in un certo senso penso che non sia giusto per gli altri del gruppo essere messi da parte perche anche loro hanno gli stessi meriti. Collaboriamo tutti insieme. L’unica cosa che mi interessa veramente e la musica che produciamo. Sono una cantante. Non sono io che faccio dire quelle cose di me. Quello che a volte mi infastidisce e il modo in cui la stampa mi fraintende. Dicono delle cose che non ricordo di aver pronunciato. Ma non si puo dire alle persone quello che devono o non devono scrivere.

Sembrava che ad un certo punto la gente avesse dimenticato che eri anche una cantante.
Si, e vero. Ho iniziato con la musica e mi sento nella musica. Blondie e un nome, e solo un nome. Non immaginavamo neanche che un nome avrebbe avuto un effetto simile sulla gente e che le sue connessioni con me arrivassero ad un punto tale che gli altri del gruppo sarebbero stati ignorati. Basta guardare il nostro gruppo quando si esibisce on stage. Ognuno di noi ha un ruolo importante. Ma non e difficile per me capire il motivo per cui la gente indica me. Tutti guardano sempre il cantante e inoltre sono l’unica donna del gruppo.
Quando ti esibisci, trovi difficile essere alla testa di una band formata da soli uomini?
No. E stata una specie di logica progressione per me perche ho iniziato come cantante d’accompagnamento, ho lavorato poi con un trio femminile in cui ci alternavamo alla guida. In seguito feci parte degli Stilettos in cui avevo due ragazze che mi accompagnavano vocalmente, quindi ho cominciato a far questo da sola, ma i musicisti erano tutti ragazzi. E sempre stato cosi. Io non mi sento mai sola sul palcoscenico perche penso che tutti quelli del mio gruppo abbiano una forte personalita, siamo un gruppo di rock and roll, non un gruppo di sidemen con un personaggio piu importante. Quindi questo non mi e mai venuto in mente.
Pensi che ci sia quindi il pericolo che Blondie diventi il gruppo di Debbie Harry?
Innanzitutto non credo che questo sia un pericolo. Credo che non accadra. Abbiamo un sound musicale ben preciso. E piu un processo naturale che una crescita; siamo delle persone che lavorano assieme; se fosse stato il mio gruppo e se lo avessi creato io, sarebbe stato un artifizio, una cosa piu inventata. Ma questo non e il caso di Blondie.
In che modo partecipano gli altri componenti del gruppo alla produzione di un disco?
Ognuno mette nelle canzoni le proprie idee. Non lavoriamo ad un progetto come a qualcosa che si fa sul disco. Alcune mie canzoni le ho scritte con Chris, mentre altre con Nigel o Frank anche se i nomi a volte non sono accreditati.
Provate molto per gli spettacoli?
Proviamo piu di qualsiasi altro gruppo. Ovviamente seguiamo una certa linea ma siamo molto liberi, purche la musica sia buona. La gente pensa che ai musicisti non venga concessa nessuna liberta e questo non e affatto vero.
In «Eat To The Beat» mi sembra di capire che ci siano state delle pressioni per rendere l’album piu commerciale in seguito al successo di Heart Of Glass.

E vero che ci sono state delle pressioni perche, come hai detto tu, Heart Of Glass e stato un enorme successo, ma non sono state di tipo musicale; avevano piu a che fare con il business; per allargare il mercato. Ma io credo ancora che «Eat To The Beat» sia un ottimo album, specialmente perche la produzione era piu distaccata. «Parallel Lines» e stato un lavoro piu duro per noi perche era il disco con cui dovevamo raggiungere un pubblico piu vasto.
In «Eat To The Beat» sembra a volta che ti allontani dalle influenze degli anni ’60. Perche?
Direi che si tratta anche qui di un processo. Non c’e nulla di creativo nel rimanere rinchiusi in un’area musicale. Le canzoni che stiamo scrivendo ora rappresentano un allontanamento dal vecchio sound, ma manteniamo ancora l’immagine e il suono dei ’60. Le influenze ci sono ancora e credo che sia un bene. Non scriviamo solo canzoni basate su ogni nuova influenza con cui il gruppo s’incontra in questi giorni.
Mantenete le vecchie influenze perche siete cresciuti con esse?
Si. Quando stavo con gli Stilettos suonavamo questo genere di musica. Suonavamo le canzoni dei Rascals, di Martha Reeves and The Vandellas e tutte quelle cose di rhythm and blues. Sono contenta di vedere che tutto questo sta tornando di moda perche ci sono piu motivi per mantenere queste influenze R & B.
Ho l’impressione che dal momento che sei piu conosciuta in Europa, il pubblico degli Stati Uniti viene ad ascoltare la vostra musica, invece di guardare te come fanno in Europa.
E vero, negli Stati Uniti e cosi, ma non direi che la gente in Europa viene agli spettacoli solo per vedere me. Specialmente nel nostro ultimo tour, la gente saltava e ballava seguendo la musica. Era impressionante. Ma la gente di New York e di Los Angeles e piu interessata alla musica. Penso che quando ti presenti come band di rock and roll, la prima cosa importante e la musica. Ho visto molte cantanti carine e molte persone belle, ma non conta solo questo.
Ho sentito che negli Stati Uniti ci sono anche delle gare per le ragazze che ti somigliano.
Questo non lo sapevo, ma so che esiste un gruppo in California che e la copia esatta di noi. Si chiama Needles & Pins. So che non fanno delle cose molto originali; fanno musica anni ’60. Hanno una cantante solista bionda che porta minigonne. Non voglio essere troppo maleducata.
Prima hai detto che l’isteria alla quale hai assistito in Europa ti ha quasi spaventata, vero?
Si, a volte, specialmente nell’Inghilterra del Nord, la gente diventava pazza. Qualche volta siamo stati perfino assaliti sul palco. Ricordo che durante il nostro primo spettacolo in Inghilterra, ero molto spaventata ma mi piaceva. Avevamo letto moltissime cose sul pubblico inglese e sapevamo che i ragazzi erano tutti molto politicizzati e caricati e poi c’era questa moda del punk. Le nostre motivazioni per fare musica erano totalmente differenti e quindi non eravamo sicuri di aver successo. Pensavamo che ci avrebbero considerati stupidi. Ma tutto ando per il meglio. Fu un grande successo.
Quando avete cominciato a suonare in posti come il CBGB, quale pensavate che fosse la reazione del pubblico, specialmente con una bionda alla testa del gruppo?
Non abbiamo mai avuto paura di essere attaccati o di cose simili. Quando abbiamo cominciato a suonare per gente come i Ramones e i Television, suonavamo per un piccolo gruppo di persone. Il CBGB era come un piccolo club privato in cui si riunivano gruppi di amici. Ora, e chiaro, e tutto diverso.
Recentemente locali come il CBGB sono divenuti dei luoghi d’incontro per i punk, mentre prima non lo erano. Vero?
No, no. Nessuno a New York li ha mai chiamati punk. Tutti sapevano che stavano facendo delle cose diverse e ad un certo punto queste bands, che gia esistevano nella scena del CBGB prima che divenisse d’importanza nazionale, ebbero una propria distinzione differente…
Molti vi chiamavano punk perche avevate i capelli corti o cose del genere.
Clement Burke: Portavamo i capelli corti perche tutti li avevano lunghi. E veramente buffo perche le bands che suonavano al CBGB si influenzavano a vicenda. Uro rubava le idee all’altro. Come, «Oh, che cosa porta questa settimana?» «Si, e una buona idea, me lo mettero la prossima settimana». Era piccolo e si e sviluppato in quel modo perche le persone che lo potevano frequentare erano al massimo un centinaio, e la meta erano musicisti.
Pensate che vi abbiano chiamato punk per le vostre passate associazioni a Iggy Pop o Bowie?
No, penso che ci abbiamo affibbiato quell’etichetta ancora prima. Poi, fortunatamente, la gente ha capito che non eravamo punk.
Ovviamente la bellezza di Debbie ha aiutato molto ad attirare l’attenzione su di voi.
C.B.: Certamente. Tutti, per prima cosa, guardarono lei e si comincio a parlare di questa bionda stile-Marilyn Monroe che suonava in una band pop.
Di chi e stata l’idea di farti somigliare a Marilyn Monroe, sulle copertine di alcuni tuoi albums?
D.H.: Di nessuno, in realta, e personalmente non credo neanche di somigliare molto alla Monroe in quelle copertine. Sulla foto del mio primo album ho una t-shirt nera e non sembro lei.
C.B.: E una coincidenza che Debbie somigli alla Monroe. Era cosi anche prima di Blondie. Penso inoltre che sia un bene, perche la gente cerca una bella cantante solista che abbia un’immagine, e noi abbiamo una cantante solista perfetta.
Eri cosciente del fatto di somigliare a Marilyn anche prima che cominciassi a cantare?
D.H.: Oh si. Ma che dovevo fare? Dovevo forse farmi una plastica facciale? (Ride).
Oh, no di certo, ma non ti importa di essere paragonata a lei?
La cosa non mi eccita. Credo che vada bene. Cosa posso farci? Capovolgere il processo? Molte persone si sottopongono ad operazioni per somigliare a me: io dovrei farmi un’operazione per somigliare a loro?
Dal momento che parliamo di attori e attrici, voglio farti una domanda. Quando eri piccola sognavi di diventare un’attrice?
Non lo so. A quei tempi sognavo tutto. Ero una grande sognatrice.
E nata da qui la tua canzone Dreaming?
Forse. Ad ogni modo, ho sempre desiderato diventare una performer. Ho sempre cantato. Ho anche pensato di fare l’attrice, anche se e piu eccitante fare delle performances dal vivo che lavorare di fronte ad una macchina da presa. Comunque ho fatto anche quello. Era spaventoso non avere di fronte un pubblico. C’e la troupe, ma non e la stessa cosa. E piu impersonale.
Ma tu hai anche fatto la modella.
Non proprio. Ho provato ma era una cosa stupida e non mi dava soddisfazione.
Dal momento che in questi ultimi tempi hai avuto delle parti in vari films, pensi di continuare a fare anche l’attrice, magari in un ruolo di primo piano?
Si, credo che continuero. Il cinema mi interessa. In passato ho fatto delle cose ad un livello molto underground. Un mio amico, Amos Poe, che fa dei films, ha documentato la New York Rock Scene in due films, Naked Lunch e Blank Generation. Ha fatto poi altri due films, Unmade Beds e The Foreigner, che sono dei films di satira. Io avevo una parte in entrambi i films.
Vorresti quindi conquistare Hollywood?
Non so. Rispetto persone come Sylvester Stallone perche lavora molto. Ancora non so se ho gli stessi modelli o lo stesso approccio artistico delle altre attrici di Hollywood. Non farei un film per il danaro. Vorrei avere un ruolo importante e interessante, e che vorrei personalmente fare, senza esser costretta. So che alcuni attori o attrici europei fanno dei films in America solo per il danaro, per loro non significa nient’altro. Dimenticano persino il titolo del film che hanno fatto. Se il film non significa niente per loro, non bisognerebbe neanche farli arricchire.
(A questo punto vari membri della band escono ed entrano dalla stanza, e la conversazione continua con chiunque si trova nella stanza).
Puoi parlarmi di questo film, Roadie al quale partecipa tutto il tuo gruppo?
E una commedia. Meat Loaf, che fa la parte di un camionista di nome Travis Redfish, un giorno incontra questa grouppie, Lola. Lola pensa sempre che Alice Cooper voglia sposarla. Cosi per tutto il film lei segue Alice per tutti i locali d’America. Tutto il film e una specie di gioco. La cosa buffa e che abbiamo girato il film nel Texas ed eravamo circondati da tutti questi cowboys mentre suonavamo la canzone di Johnny Cash Ring Of Fire.
Dicono che il Texas e uno Stato molto strano; se sono scontenti di te, ti sparano. Avete avuto dei problemi con quel tipo di persone?
Frank Infante: No, e andata bene. Abbiamo suonato in un ippodromo. Il giorno prima del concerto abbiamo fatto un annuncio radio perche avevamo bisogno di gente. Sono venute 2.000 persone. E stato magnifico. Era veramente una cosa strana per noi suonare davanti a tutti quei cowboys. E molto differente da New York. Bisogna esser la per capire quel paese.
Hai fatto altri film oltre a Roadie?
D.H.: Io sto in un altro film, Union City, che uncira nell’81. E stato un film molto interessante per me. Stiamo pensando anche ad altri films, ma per il momento non abbiamo deciso nulla.
Che mi dici dell’idea di fare il «primo video disco di musica rock»? Siete stati molto criticati per questo perche mimereste soltanto senza far niente di creativo.
In realta penso che la gente si preoccupi per nulla. Il fatto e che quando fai uscire un album, fai anche un singolo e fai un filmato per il singolo. Noi abbiamo semplicemente fatto un filmato per ogni pezzo. Questo e tutto. Fondamentalmente si tratta di films promozionali riuniti in un album che si chiama «video disc».
E stats una realizzazione costosa?
Nigel Harrison: Non molto. E costata circa 135.000 dollari.
Sta andando avanti il film Alphaville con Robert Fripp?
D.H.: No. E slittato perche i tempi non andavano e per fare un film si ha bisogno di molto tempo.
N.H.: Con Blondie abbiamo l’abitudine di fare le cose giuste al momento sbagliato. Ad esempio, abbiamo fatto un tour in Inghilterra che e andato bene, ma dal punto di vista del businessman, avremmo dovuto promuovere «Eat To The Beat» in America perche per sopravvivere bisogna fare tours in America. Alcuni credono che siccome facciamo il tutto esaurito ogni sera, guadagnamo una fortuna. In realta non e cosi. Siamo fortunati se facciamo 15.000 dollari alla fine di un tour in Inghilterra. Devi vendere i dischi e l’America e l’unico posto in cui puoi venderne molti.
F.I.: Credo che presto faremo un tour negli Stati Uniti, ma dobbiamo anche avere del tempo libero per valutare quello che facciamo e per avere un quadro oggettivo di quello che ci succede. E come quando giochi a calcio, se giochi sempre, non riesci a capire quello che fai. Fino a questo momento abbiamo lavorato in continuazione, l’album, il video, spettacoli televisivi. E estenuante.
Qual’e ora la richiesta per Blondie in America?
D.H.: Possiamo fare dei tour piu grandi e riempire molte volte il Madison Square Garden.
Ma l’anno scorso questo non e accaduto.
D.H.: No, e accaduto dopo che Heart Of Glass era diventato il numero uno. Poi abbiamo fatto Saturday Night Live e Midnight Special» che continuano a fare ogni settimana perche e stata una cosa molto «speciale». Comunque, non abbiamo ancora fatto un tour vero e proprio.
Dal momento che volete assicurarvi un posto di primo piano in America, pensate di trascurare l’Europa dove siete molto piu famosi?
F.I.: No. Abbiamo fatto questo tour in Europa perche volevamo i fans, non il danaro. Ma adesso vogliamo assolutamente affermarci in America.
Ma la televisione, le riviste, i films non vi aiutano?
F.I.: Si. Veramente, non so cos’altro dovremmo fare per conquistare una maggior fama; bisognerebbe fare qualcosa di sensazionale, qualcuno dovrebbe essere assassinato o qualcosa del genere. Questa e la differenza tra l’Europa e l’America. Ad esempio, Debbie appare sempre sul Daily Mirror o su The Sun in Inghilterra, mentre in America raramente veniamo citati. In Inghilterra ci sono tumulti, scene d’isterismo. Non so cosa accadra negli States; forse non verra nessuno.
In Inghilterra i quotidiani non sono stati molto generosi, specialmente riguardo a Debbie, vero?
N.H.: Si, si. E venuto un tizio in tour con noi e invece di un pezzo sul gruppo, che aveva promesso di scrivere, ha scritto soltanto di Debbie, affermando che senza trucco non valeva niente e perdeva tutta la sua immagine sessuale. Secondo te cosa ha a che fare questo con la musica?
Probabilmente e il prezzo che Debbie deve pagare per essere famosa. Che ne pensi tu Debbie?
D.H.: Preferisco non parlarne.
OK. Volete parlarmi di «Eat To The Beat» e «Union City Blue»?
N.H.: Io avevo la musica per Union City Blue. So che puo sembrare morboso ma sai che quando qualcuno intorno a te muore, pensi tante cose. Questo ora non c’entra niente ma cosi e venuta fuori Union City. Cosi, mentre pensavo a fumare un joint, tenevo acceso un registratore e la musica e stata la prima cosa che e nata. Debbie aveva allora queste liriche per Union City perche voleva scrivere una canzone su Union City. Spesso Debbie arriva con le liriche ma non ha la minima idea di quale melodia le accompagnera. Accade che negli ultimi giorni di registrazione, abbiamo messo insieme le sue liriche e la mia musica ed e nata Union City Blue.
Debbie lavora sempre cosi? Arriva con i testi e li mette insieme ad una musica che non ha mai ascoltato?
N.H.: No, non sempre.
Mi sembra molto strano che si lavori cosi in un gruppo rock. Una cosa simile la faceva Elvis Presley: entrava in sala di registrazione, gli dicevano cosa doveva cantare e poi se ne andava.
N.H.: No, no. Non e una cosa cosi fredda. E successo solo un paio di volte.
E «Eat To The Beat»?
N.H.: Eat To The Beat doveva essere uno scherzo, come una parodia delle canzoni blues degli Yardbirds. Usavo un vecchio riff che probabilmente era stato fatto da Robert Johnson; poi Debbie ci ha inserito i testi. Durante la registrazione, pero, la cosa e diventata troppo seria e la parte scherzosa e svanita. Penso che avremmo potuto renderla un po’ piu avventurosa con degli effetti di armonica sulla registrazione. Credo che tutti rubino questi vecchi riffs. Non si puo farne a meno.
«Eat To The Beat» e molto costoso da registrare?
F.I.: Innanzitutto lo abbiamo registrato negli studi piu cari di New York, Power Station, inoltre New York e la citta piu cara per le registrazioni. Di rei che e costato circa 120.000 dollari. Inoltre abbiamo fatto le cosse lentamente.
Se i Police sentissero questo, rimarrebbero probabilmente disgustati perche per un loro album rock si propongono di spendere dai 12.000 ai 20.000 dollari.
N.H.: Io sto parlando del costo complessivo, cioe del missaggio, della produzione e dei tempi di registrazione. Ogno ora negli studi di New York costa 200 dollari, esclusi gli extra. E poi, i Police sono solo tre e quindo ci sono meno strumenti da registrare.
Quando fate un album, in che modo Mike Chapman lavora con voi?
N.H.: Mike ci aiuta molto perche se da soli ci mettessimo seduti a fare un disco, penso che verrebbe fuori una cosa ridicola. Soprattutto perche Debbie ha moltissime idee per le composizioni e Frank, Jimmy ed io potremmo scrivere un album a testa. Quindi, ogni volta abbiamo moltissimo materiale. Ma abbiamo bisogno di un Mike Chapman che venga e ci dica: «No, voglio questo e quello». In questo modo Mike riunisce tutti i nostri stili e le nostre personalita e mette il risultato sul disco. Oltre a questo, quando siamo in tour non scriviamo insieme e questa e una situazione piuttosto anomala. Tutti gli altri gruppi con cui ho suonato facevano costantemente delle jam e scriveva no insieme negli alberghi, dietro le quinte, etc. Non e che non lo facciamo per qualche ragione precisa. Non so neanche io perche. Forse perche siamo sempre molto occupati.
Chinn e Chapman sono spesso considerati delle macchine per produzione. Pensate che, da un punto di vista creativo, Mike aderisca bene alle vostre esigenze?
N.H.: Penso che per adesso vada molto bene. Penso che quando abbiamo fatto «Parallel Lines» ci siamo inconsciamente sottomessi. Sapevamo di fare un album pop e sapevamo di avere un produttore pop. Quando ci siamo uniti per fare «Eat To The Beat» eravamo molto coscienti perche Mike e molto clinico e veramente consapevole dei tempi; deve avere tutte le cose perfette e cosi abbiamo fatto «Parallel Lines». Ricordo che Heart Of Glass fu fatta come una macchina ritmica e questo e il modo in cui lavorano molte persone, ad esempio i Bee Gees. Non avevo mai lavorato su una traccia ritmica prima di allora e per me era una cosa fredda e disgustosa, perche io mi sento un purista del blues e credo nella spontaneita del momento. Ma abbiamo anche lavorato con Giorgio Moroder per il film Call Me. Ci siamo di vertiti.
Che tipo e?
N.H.: Mi ricorda Peter Sellers quando fa l’ispettore Clouseau. La cosa interessante e che il merito dovrebbe andare tutto al suo braccio destro, Harold, che e tedesco. Lui sta al sintetizzatore e fa anche il tecnico mentre Giorgio dirige. Ha scritto la musica della canzone, che aveva un riff molto classico, un po’ come On The Road Again ma sintetizzato. Non ho ancora capito se Giorgio e un genio o una persona molto fortunata perche la sua musica e ovvia e prevedibile.
Lavorerete di nuovo insieme?N.H.: Spero, ma non so cosa ne pensi Mike Chapman: rimarrebbe probabilmente male. Comunque mi piacerebbe lavorare ancora con lui. Call Me ha un riff talmente ovvio che credo diventera un grande successo e credo che anche il film andra bene.
Perche all’inizio vi siete staccati da Richard Gottehrer e avete assunto Chapman?
C.B.: Abbiamo lavorato molto con Richard e abbiamo imparato molte cosa da lui ma dopo due albums abbiamo sentito la necessita di un cambiamento. Inoltre ero fermamente convinto che avremmo avuto successo solo dopo il secondo o il terzo album e ci sembro giusto cambiare produttore.
Possiamo dire che fu Gottehrer il responsabile della nascita di Blondie?
D.H.: Si, direi che ci ha scoperti. Ci fece firmare un contratto con la Private Stock. Ma allora noi eravamo ingenui, cosi quando Richard ci disse che potevamo fare un disco, noi lo facemmo perche pensavamo che era la cosa piu importante ed infatti lo era perche creo molta pubblicita intorno a noi, anche se la Private Stock pensava a noi come ad una bandgiocattolo.
Sembri poco soddisfatta delle tue prime registrazioni.
D.H.: Oh, non e cosi. Personalmente non c’e nulla di cui mi vergogno; e solo che adesso abbiamo un maggiore controllo su quello che facciamo.
Bowie, che in un certo periodo vi e stato molto vicino, ha mai pensato di produrre il vostro gruppo?
D.H.: Si. Voleva produrci quando eravamo on the road con Iggy Pop. Anche Phil Spector ci propose la stessa cosa quando venne ad ascoltarci al Whiskey ma a quell’epoca avevamo un contratto con Gottehrer cosi non ci fu nessuna possibilita per Bowie e Spector. Forse in futuro.
Come era il tour con Bowie e Iggy, era Bowie che dirigeva?
D.H.: Bowie era il capo.
C.B.: Ci ha dato molti consigli. Insegnava a Debbie come doveva comportarsi on stage e ci aiutava molto. Sia Bowie che Iggy sono stati stupendi con noi.
J.D.: Bowie e la persona piu simpatica che abbia mai incontrato nel rock and roll. Un giorno cerco per un’ora intera di convincermi che avrei dovuto avere il coraggio di cantare. Recentemente ho fatto Saturday Night Live insieme a lui e forse suonero nel suo prossimo album. Credo che Bowie stia diventando un filantropo. Vuole aiutare le persone che apprezzano veramente il suo lavoro. Adesso vuole anche produrre degli artisti.
Ho sentito che hai avuto un’esperienza buffa insieme a Bowie.
J.D.: Hai saputo anche questo, eh? Un giorno a Columbus, Ohio, stavamo seduti in un bar e io ho detto a David, «Ti piacerebbe prendere un po’ di droga?». In quel momento stava parlando con qualcun’altro e immediatamente interruppe la conversazione. Columbus e un posto morto e non c’e nulla da fare, quindi David mi rispose «Veramente? Si». Fu veramente una scena comica vedere David Bowie, superstar rock, alzarsi ed esclamare «Andiamo, andiamo!»
C.B.: Non dovresti dire queste cose, Jimmy. Sono cose che andranno scritte.
J.D.: Non m’importa. Cosi usci dall’albergo, salto su una Volkswagen, si affaccio dal finestrino e comincio a fare delle smorfie strane e a gridare «Dove sono?, Dove sono?» Quindi corse nel mio hotel per cercare la droga. Fu veramente divertente.
Come e andato lo sballo?
Bene!
Parliamo di qualcosa di diverso ora. Che tipo di controllo avete sulla vostra casa discografica per quello che state facendo in questo periodo? So che Robert Fripp ha avuto dei problemi quando cerco di far cantare Debbie nella sua versione di I Feel Love di Donna Summer e anche se Debbie stessa voleva farlo, la casa discografica non le ha dato il permesso, dichiarando che Debbie Harry era di sua proprieta.
N.H.: Ora abbiamo piu controllo ma, a dire il vero, se Debbie avesse cantanto con Robert Fripp nel periodo in cui era uscito Heart Of Glass, sono sicuro che la casa discografica di Fripp avrebbe promosso il suo album dicendo «Questo e l’album di Robert Fripp con Debbie Harry, la cantante di Heart Of Glass» Sono certo di questo. E le vendite del singolo di Blondie ne sarebbero state danneggiate. Dal punto di vista del business penso quindi che la Chrysalis abbia fatto bene a dire «No». Per l’artista (Fripp) e un peccato, ma forse uscira un singolo di Fripp in cui ci sara anche Debbie.
Infatti c’erano stati dei programmi per far uscire I Feel Love come singolo di Fripp.
N.H.: Guarda, io odio la gente del business; li odio tutti ma il fatto e che dal loro punto di vista penso che abbiano avuto ragione a dire di no.
Blondie sta tentando di staccarsi da Robert Fripp, dal momento che lui e stato per molto tempo vicino a voi?
N.H.: Oh no. A me piace molto Fripp e mi piace suonare con lui ma non so perche lo fa. Forse e per sua propria soddisfazione. Credo che sia magnifico salire sul palco con una grande band rock; per lui dev’essere una cosa bella… Per me la cosa piu bella di questo tour e stata quando Iggy Pop e Fripp si sono uniti a noi sul palcoscenico.
Che genere di problemi manageriali avete avuto recentemente?
F.I.: Il fatto era che in realta non avevamo un manager. Prima facevamo tutto noi; telefonate e tutto il resto. Ora, pero c’e Shepp Gordon che e anche il manager di Alice Cooper. E stata una cosa folle cercare un manager!
Perche?
Mentre registravamo Eat To The Beat facevamo ogni giorno delle audizioni per i managers. Immagina: un gruppo che fa le audizioni per i managers. E assurdo. Ogni giorno venivano circa 37 managers.
Cosa dicevate «parlate e noi ascoltiamo»?
Non sapevamo che fare. Di solito io andavo a cercare il te e i dolci, tanto loro dicono sempre le stesse cose; che ti faranno diventare una star e che guadagnerai un sacco di soldi. Nessuto ti dice «rovineremo te e la tua carriera».
Avete incontrato anche produttori molto conosciuti?
Si. E venuto Bill Graham. Fu una cosa stupenda. Avrei pagato per vederlo fare quello che ha fatto. Era come un performer o un evangelista che camminava per la stanza. Con lui c’era questo businessman che ogni volta che Bill parlava, diceva «Si, Bill, va bene Bill, certamente Bill». Bill sembrava piu un creatore di skowbiz. Era grande.
Perche non lo avete preso?
Veramente non lo so. Aveva delle idee diverse. Lo conoscevamo ed era molto incoraggiante, ma non lo abbiamo preso.
Per concludere, quanto pensi che durera questa popolarita di massa di Blondie?
N.H.: Durera moltissimo tempo. Veramente.

CREDITI FOTOGRAFICI:

FOTO POPSTER
BOB GRUEN

ALTRE:
SADDRI
BOB GRUEN
SIGMA/AG. GRAZIA NERI
STOCKCOLOR INTERNATIONAL
BARRY PLUMMER

Testi: di Ray Bonici
POPSTER BLONDIE
1980 © Copyright Gruppo Editoriale Suono
Inserto redazionale al n. 37 di Popster
Spediz. in abb. post. gruppo III 70%

Show More

Related Articles

Check Also
Close
Back to top button